Sostenibilità e Pmi: serve equità e sinergia all’interno delle filiere e un patto di verità con i cittadini

22 settembre 2021

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Come si declina la sostenibilità in Italia, un paese il cui tessuto produttivo è costituito prevalentemente da Pmi? Attraverso la condivisione dei valori lungo tutta la filiera, in spirito di collaborazione, e attraverso un patto di verità con i cittadini. Solo così si possono sostenere i costi di una transizione alla portata di tutti.

Perché il tema ambientale non può non essere messo in correlazione con quello di una sostenibilità economica e sociale.

La questione è stata approfondita, durante l’Assemblea generale del Gruppo imprese al Circolo di Lettura di Parma, grazie a una importante tavola rotonda incentrata soprattutto sul comparto alimentare, ma non solo.

E’ il Presidente GIA Giuseppe Iotti, in apertura, a fare il punto sull’impegno green nel nostro Paese e sulle azioni virtuose in campo per accompagnare la transizione.

Non siamo assolutamente all’anno zero di un capitalismo senza scrupoli orientato solo al profitto. In Italia il 19% dell’energia viene già da fonti rinnovabili, e ricicliamo il 68% dei rifiuti, quest’ultimo dato molto migliore della media UE che è del 41%. In questo contesto, il contributo delle aziende è fondamentale per chiudere i circuiti dell’economia circolare. Certamente molto di più si può e deve fare, ma bisogna sapere entrare nel merito: molte nostre imprese fanno parte di filiere produttivi a capo delle quali stanno grandi aziende, e le PMI senza margini non possono fare redditività e quegli investimenti in innovazione che servono per andare concretamente nella direzione della sostenibilità. Occorre dunque distribuire meglio il valore lungo tutti il processo produttivo”. Come Associazione, continua Iotti, “abbiamo disegnato una strategia precisa, che è quella di declinare il tema della sostenibilità energetica e ambientale in termini concreti per le nostre PMI e i nostri artigiani”.

Sul punto interviene anche Marco Pedroni, Presidente Nazionale di Coop, tra gli invitati moderati da Dario di Vico del Corriere della sera: “I costi della sostenibilità richiedono un ingaggio forte da parte delle imprese, ma anche da parte dei consumatori. Perché avvenga occorre creare le condizioni per cui tutti possano permettersi di fare una scelta di sostenibilità. Non solo i ricchi. Oggi, parte della società è costretta a fare scelte obtorto collo ‘abbreviate’, quando invece se l’incidenza sul prezzo finale di un prodotto fosse solo di 1 centesimo anziché 10 (per fare un esempio), tutti sarebbero disposti a sposare una causa in chiave di benessere diffuso. Ecco come ambiente sostenibile ed economia sostenibile diventano concetti interconnessi”.

Perché questo possa accadere è necessario creare progetti di valore per i cittadini che devono prevedere un’equa ripartizione all’interno delle filiere. A sostenerlo è Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. “Ogni soggetto può rivedere il proprio modello produttivo con una nuova sensibilità, che dev’essere studiata, misurata e ma soprattutto comunicata. Il tema della sostenibilità infatti non è un esercizio filosofico ma è un orientamento irreversibile testimoniato dal “voto” crescente dato dai consumatori all’atto di acquisto. Ecco quindi l’importanza di una corretta e diffusa informazione: il nostro Parmigiano Reggiano ad esempio ha un disciplinare rigido che prevede che il 50% dell’alimentazione dei bovini sia foraggio e che il 70% di questo sia prodotto in loco. E’ una testimonianza di come il nostro territorio sia già vocato a una produzione di qualità e sostenibile, ma il suo valore, che è già reale sebben perfettibile, andrebbe reso sempre più riconoscibile. Attenzione invece alle estremizzazioni di chi, in nome di una sostenibilità spinta, sta giocando una partita fatta di bistecche coltivate in vitro, di pannelli fotovoltaici disseminati su terreni preziosi per l’agricoltura (invece di sfruttare le migliaia di metri quadri di coperture di capannoni magari dismessi e idonei allo scopo ad esempio). Ecco dunque l’importanza di un patto di verità con i cittadini”.

Infine, Maria Paola Chiesi Presidente di Kilometro verde, pone l’accento sugli effetti del cambiamento climatico i cui costi potrebbero essere molto più alti rispetto a quelli di una transizione in chiave green. Come intervenire? “Riducendo i consumi e le emissioni e piantando alberi. 20mila in un anno, ne abbiamo altri 35mila in previsione per novembre. Ma per essere incisivi servono molti terreni, anche da privati cittadini. Tutti devono giocare il proprio ruolo in questa battaglia: le singole persone attraverso il proprio comportamento, le aziende con lo sviluppo di competenze destinate, e le istituzioni con incentivi e premi per iniziative virtuose”.

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