“Una nuova stagione”: osservazioni del Presidente del Gia Iotti sulle prospettive per le imprese italiane

25 settembre 2020

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Con settembre è ripresa appieno la nostra attività, per quanto molte aziende abbiano continuato ad operare durante l’estate, concedendosi poche ferie o nessuna.

Considerata l’evoluzione della pandemia, e le conseguenze sul mercato finale di quella che c’è già stata, molti di noi non sono tranquilli. E’ vero che la produzione di pasta, di camper, e in altre settori, è aumentata, ma, al di là di campi di attività ancora in sostanza fermi, si pensi allo spettacolo, i più stanno sperimentando una diminuzione di fatturato.

Del resto, per stare ai macronumeri, se si prevede una diminuzione del PIL italiano di circa il 10%, essendo che la quota di PIL del settore pubblico in Italia eccede il 40%, e che questo PIL non tenderà a diminuire per ragioni intrinseche (la sanità certamente lavora, la scuola anche chiusa in termini economici “produce” quanto prima, le pensioni vengono pagate, e così via), ciò significa che nel settore privato si prevede una diminuzione dei fatturati medi tra il 15% ed il 20%. Si può stimare quindi che, sempre in media, le PMI e gli artigiani che rappresentiamo a fine anno misureranno questi dati negativi.

Cosa occorre fare in queste circostanze? Immaginiamo di essere una squadra di calcio solitamente di mezza classifica che, per varie ragioni prevede il rischio di perdere alcune posizioni, ma cerca di non retrocedere. In primo luogo, quanto meno, rafforzerà la difesa. In lingua imprenditoriale, occorre che ci venga data la flessibilità di ridurre i costi. Bisogna ammettere che le nuove norme sulla cassa integrazione ci aiutano in questo, ma quando questi provvedimenti finiranno, e finiranno, per molti non si potrà che licenziare i lavoratori in eccesso, fino alla prossima ripresa che speriamo ci sarà.

Allora, dovrebbe essere chiaro che le imprese sono qui per produrre e poi distribuire ricchezza, non per fare assistenza, che spetta agli enti pubblici, i quali, per questo e altri scopi, già drenano sotto forma di tasse di vario genere più del 40% del PIL. Temiamo però che il governo non sia del tutto in sintonia.

Sembra che vi sia un atteggiamento tattico, tipico della cattiva politica, laddove, quando ci sono problemi da gestire, si mettono le mani avanti per scaricare le eventuali colpe ad altri. Se poi consideriamo, per dire pane al pane, che una delle forze di governo è nata contro la cosiddetta casta, in cui sono inclusi gli imprenditori, considerati quasi dei ladri fino a prova contraria, non c’è trasformismo che ci impedisca di sospettarla come tuttora nemica delle imprese, ancorché in quanto politici ora la casta siano loro. Una casta che, temiamo, si vedano gli atteggiamenti sulle autostrade, le reti digitali, l’Ilva, l’Alitalia, e via dicendo, stia cercando di mettere le mani sulle imprese strategiche, per piazzarvici dentro coi conseguenti privilegi, e per di più senza avere il denaro per farlo, ma utilizzando i soldi dei nostri figli, che il debito pubblico altro non è.

Che la politica sia spesso bugiarda, per citare un caso che come esportatori preoccupa molti di noi, lo dimostra quella britannica, che, in piena pandemia, sta preparando un grave disastro con la hard Brexit, ma sta già dandone la colpa alla UE, che è veramente ridicolo. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a ricordare a certi pagliacci che gli italiani (almeno quelli migliori (dico io) amano la libertà ma quando è ora sono seri.

Tornando all’esempio calcistico, non basta rafforzare la difesa, ma c’è da rafforzare anche l’attacco, casomai si volesse provare a vincere qualche partita in condizioni difficili del campo. In termini imprenditoriali significa lo sforzo quotidiano per migliorarsi, con l’innovazione di prodotto e di processo, utilizzando anche, se il settore pubblico ne creasse le condizioni, le infrastrutture materiali e immateriali (il digitale) necessarie. Crediamo che sia possibile, anzi lo si stia già facendo da sempre.

Va sfatato il mito per cui le PMI e l’artigianato siano la causa per cui il sistema Italia ha meno produttività di altri. Ciò è in contraddizione con un fatto che, in particolare nella nostra zona, è verificabile a occhio nudo. Molti di noi sono parte di filiere che fanno capo ad aziende di fatturato maggiore che esportano gran parte della produzione, non perché sia a basso prezzo, ma perché è la migliore e la più innovativa. Perché queste aziende si organizzano dando una parte importante del lavoro a noi PMI? Evidentemente viene ritenuta una scelta ottimale, e ciò significa che il nostro lavoro a monte è più produttivo di quello che farebbero direttamente loro, e a maggior ragione i concorrenti internazionali che loro battono.

Dunque noi non abbiamo bisogno di chiuderci nei nostri mercati domestici, magari difesi da antistorici dazi, quelli che porteranno a mio avviso nel medio termine i paesi anglosassoni (se attueranno le politiche che proclamano a fini elettoralistici) a perdere la loro partita storica con un Estremo Oriente che ormai non si limita a copiarci. Noi siamo in grado di andare all’attacco e vincere le partite. Però lo faremo anche nella misura in cui il settore pubblico ci dà una mano. Ci si stanca a ripetere che tasse e burocrazia remano contro, e che l’aiuto deve essere concreto più che proclamato.

Per fare un esempio, si dice ai quattro venti che le spese di sanificazione delle aziende saranno scaricate al 50%, ma non si aggiunge che questo è fino ad esaurimento risorse. Il che significa che la detrazione praticata è in realtà il 15%, forse perché il governo deve tenersi le risorse per comprarsi il consenso di chi gode del reddito di cittadinanza. Talvolta si tratta perfino di delinquenti, che comunque votano, e grazie che nonostante tutto ci sono le forze dell’ordine. E il bello è che questa demagogia spesso non è sufficiente a vincere le elezioni, anche perché, forse, come ci dice il nostro Presidente, molti italiani sotto sotto la serietà l’apprezzano. Se questo atteggiamento prevarrà, sarà una nuova stagione.

 

Giuseppe Iotti

Presidente Gruppo Imprese

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