Mini-bot e pagamenti debiti PA

10 giugno 2019

Mini-bot, Gay (confindustria): «Gli imprenditori vogliono soldi veri, con la carta paghino i parlamentari»

da Corriere.it – 8/6/2019

mini-Bot? Li usino per pagare lo stipendio dei parlamentari. Gli imprenditori hanno bisogno di soldi veri, possibilmente euro».
Torinese, 43 anni, Marco Gay è è un imprenditore nel settore del digitale e delle tecnologie. In passato presidente dei Giovani di Confindustria, oggi è amministratore delegato di Digital Magics, incubatore di start up innovative di cui è socio dal 2016. In Confindustria è impegnato come vicepresidente di Confindustria digitale. I toni provocatori non sono il suo registro abituale. Ma la proposta dei mini-Bot davvero non lo convince.

Scusi, ma lei ha crediti nei confronti della pubblica amministrazione?
«Per fortuna no. Ma non accetterei mai i mini-Bot in futuro come metodo di pagamento di una fattura».
Per un imprenditore che aspetta da anni pagamenti dalla pubblica amministrazione forse anche i mini-Bot potrebbero andare bene, non trova?
«Allora si dica che si vuole approfittare delle difficoltà di una categoria cruciale per lo sviluppo del Paese. Le sembra normale? Il punto è che gli imprenditori pagano stipendi in euro, comprano materie prime in euro, fanno investimenti in euro».
I mini-Bot, nell’idea della Lega, potrebbero essere usati dalle imprese per pagare le tasse conservando intatto il valore nominale…
«Lasciamo perdere. Gli imprenditori non devono solo pagare le tasse. Ribadisco: se con i mini-Bot si pagano gli stipendi dei parlamentari, poi ci possono pensare i parlamentari stessi a proporre i mini-Bot alla cassa del supermercato o dal panettiere come pagamento dei loro acquisti».
Il suo timore è che una volta emessi poi si svalutino?
«Il rischio c’è. Per un motivo molto semplice: ingannare il mercato è impossibile. Se i problemi dell’Italia restano senza soluzioni – penso all’enormità del debito pubblico, alla burocrazia asfissiante, ai tempi lunghissimi della giustizia, alle infrastrutture che mancano, solo per dire le prime cose che mi vengono in mente – allora è chiaro che eventuali mini-Bot si svaluteranno. Perché sarebbero l’espressione di un Paese non credibile».
Niente scorciatoie.
«Esatto».
Ma con una finanza pubblica più sana e un sistema Paese più competitivo i mini-Bot potrebbero essere accettabili?
«Non scherziamo. A monte di tutto il problema principale sta il fatto che i mini-Bot sarebbero la porta verso l’uscita dall’euro. E per le imprese questo sarebbe un disastro. Non ci voglio nemmeno pensare. Noi come Digital Magics abbiamo 63 partecipazioni in altrettante start up innovative. Aziende che vogliano giocare la carta dei mercati internazionali. Capisce? Una scelta del genere sarebbe negativa per tutti, ma per le imprese più innovative e internazionali il danno sarebbe forse ancora più evidente. Secondo lei si può pagare un fornitore tedesco con un mini-Bot?».
Insomma, la pensa come il Governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi.
«Guardi, la sintesi non poteva essere migliore. Questi mini-Bot o sono maggior debito o sono una moneta alternativa. E l’uscita dall’euro per noi imprenditori sarebbe uno scenario disastroso».

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