L’innovazione? “Un connubio magico tra manifattura artigianale e cultura digitale”

16 settembre 2021

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Un cambiamento reale parte sempre da un cambiamento mentale. Questo vale anche per il business. Perché si avveri occorre però vincere le resistenze e andare oltre la zona di confort del già conosciuto e del buon senso. Accendendo e accettando la sfida. Parola di Matteo Rampin, psicoterapeuta e studioso di comportamenti ingannevoli, e Alessandro Garofalo, fisico e specialista nello sviluppo di nuovi prodotti, ospiti durante la parte pubblica dell’assemblea del Gruppo giovani del Gia, dedicata la tema “Innovazione e pensiero non convenzionale”.

“Mettere in discussione i propri modelli di business (consolidati ma magari poco performanti) può essere un’opportunità e per coglierla occorre rompere i paradigmi” afferma Marcello Bia, presidente uscente del Gruppo Giovani, introducendo il tema.

Come fare? “Attraverso la creatività, una dote che si allena e può essere instradata da alcuni metodi di lavoro. Ad esempio, connettendo cose già esistenti in maniera nuova, guardando anche a settori merceologici diversi e a come questi possono stimolare un’idea nuova di sviluppo, rompendo i paradigmi (vedi ad esempio Le Cirque du Soleil, i cui protagonisti non sono più gli animali ma gli uomini), avere la capacità di generare i cosiddetti “oceani blu”, infine concentrarsi sui paradossi, cercarli all’interno dei propri problemi è il modo migliore per avere idee originali”, spiega Garofalo. Viene ricordato infine come la creatività, che deve essere profittevole e orientata alla risoluzione di problemi (il vero innovatore è quello che si pone tante domande), viva di ridondanza cognitiva e che il futuro è un connubio magico tra manifattura artigianale e cultura digitale.

 

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