16 dicembre 2020
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Gentili Soci,
anche quest’anno desidero portarvi con questa lettera i miei migliori auguri con quelli degli altri dirigenti, e dei miei collaboratori della struttura del Gruppo Imprese.
Non voglio concentrarmi solo sulle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare quest’anno, come si dice: un annus horribilis, anche perché purtroppo le abbiamo tutti ben presenti, le stiamo vivendo tuttora.
Tuttavia voglio ricordare anzitutto le persone care che ci sono mancate, anche tra i colleghi, non poche purtroppo, i loro famigliari, e anche coloro che hanno superato la malattia, ma coi suoi spesso pesanti sintomi, e le conseguenze che alcuni ancora stanno portando.
Le nostre aziende ne sono state danneggiate in vari modi, sia per le difficoltà organizzative interne intervenute specie durante il primo periodo di confinamento, ma non solo, anche a causa dell’isolamento di questo o quel collaboratore coinvolto nel contatto con persone contagiose, sia per la caduta dei mercati che si è verificata in molti settori e che continua.
Anche chi ha avuto la fortuna di trovarsi in un settore che ha limitato i danni ha comunque dovuto superare tanti problemi, di difficoltà logistiche, di organizzazione interna, anche solo di carattere psicologico nell’affrontare una situazione dura ed inedita.
Qualcuno suggerisce di guardare il bicchiere mezzo pieno, che consisterebbe soprattutto nell’evoluzione tecnologica positiva cui ci ha costretto la pandemia, in termini di digitalizzazione delle procedure e delle comunicazioni. Non voglio sottovalutare questi elementi, però a me sembra, più che ad altri, una magra consolazione.
Credo infatti che, nella maggior parte dei casi, i rapporti di persona siano migliori che una soluzione tecnologica alternativa. Vero è che incontrare grazie ad uno schermo un cliente può risparmiare un viaggio lungo e costoso, però, riflettendoci, la possibilità di comunicare a distanza in tempo reale c’è già da più di un secolo, col telefono, e riunioni telefoniche si possono fare già da molti anni, in audio o in video, sia pure con mezzi meno avanzati degli attuali. Dal momento che andare sul posto già allora era più costoso, in termini di soldi e tempo, che non queste soluzioni, c’è da domandarsi se fossimo tutti degli sciocchi nel prendere aerei e pagare alberghi, e ristoranti in cui andavamo con clienti, fornitori, colleghi, consulenti.
Non lo credo. In fondo, nella stessa logica, perché immergersi nel mare di Ibiza o delle Maldive, quando c’è una bella piscina vicino a casa? E le bianche spiagge del Po? Perché passeggiare in Alto Adige quando si può fare un giro in Cittadella? Ma, se è comprensibile quest’analogia col turismo, crediamo davvero, in generale, che si possa strutturare un’azienda al suo interno e nei suoi rapporti esterni puntando molto sul lavoro a distanza, quasi fosse la stessa cosa o perfino meglio? Anche il tema dell’evoluzione della vendita on-line piuttosto che tramite i circuiti tradizionali, pur essendo una indubbia opportunità che la pandemia ha reso talora una necessità, propone aspetti problematici. Il monopolio/monopsonio di Amazon pone questioni che sono del tutto evidenti a chi ne fa già uso per commercializzare i propri prodotti.
La pandemia ha probabilmente accelerato processi che erano già in corso, alcuni dei quali positivi, altri che ritengo negativi. Vedere i centri città in futuro vuoti di uffici e negozi perché la gente lavorerà da casa, rendendo l’aria più pulita, ma intere categorie più povere, è una prospettiva spettrale. Noi imprenditori possiamo prenderci un attimo per rifletterci su, ma in ogni caso dobbiamo affrontare la realtà per quella che è. La visione rivolta al futuro e l’attenzione al presente nella nostra attività si abbracciano tutti i giorni.
L’associazione, nonostante ogni difficoltà, è stata sempre presente. Ha cercato di districarsi nella selva dei Dpcm, impegnandosi per capire e poi spiegare. Ha sostenuto le ragioni degli imprenditori, nella misura del possibile, perché sa che il bene della salute è prioritario. Ha continuato le proprie attività, in presenza quando è stato possibile, e da remoto quando non lo è stato, come non lo è oggi. I webinar probabilmente sono stati e sono più frequenti di quanto non le fossero gli anni scorsi le riunioni in presenza: non tutto, appunto, è stato negativo. Abbiamo aperto anche nuovi servizi, non abbiamo fatto nessuna marcia indietro. Abbiamo mantenuto in essere i nostri progetti di Parma 2020, che è diventata Parma 2021, nella speranza che a marzo la situazione sia tale da consentire di partire con le belle manifestazioni previste.
Anche la fedeltà degli associati è continuata, buona la riscossione delle quote nonostante le difficoltà economiche di molti. Di tutto questo vi ringrazio insieme coi collaboratori.
Tuttavia l’incontro con voi come persone, nella prima e nell’ultima parte di quest’anno, mi è mancato, come credo che a diversi di voi abbiano sofferto la mancata la possibilità di trovarsi coi colleghi e coi funzionari a scambiare faccia a faccia le proprie opinioni, le proprie necessità, e qualche volta una battuta.
Come gli scorsi anni, quelli che valgono davvero sono comunque i valori umani, e le persone, nelle nostre aziende, nelle nostre famiglie soprattutto, negli amici e conoscenti, nell’intera nostra comunità. In proposito, non potrò augurarvi di potere stare con la famiglia e gli amici tutti insieme, perché i crudi dati sanitari ci stanno indicando che le riunioni dovranno essere tra un numero di persone limitato, a tutela in particolare dei nostri anziani, ma non solo. Ma vi auguro di trarre il meglio dalle ristrette riunioni familiari che potremo fare. E’ veramente amaro, ma dobbiamo affrontarlo con determinazione, perché solo il sacrificio di oggi potrà portarci fuori da questa situazione.
Confidiamo nella scienza, nei vaccini, nelle cure, ma in realtà è nella nostra forza interiore che dobbiamo confidare, e nell’aiuto che possiamo darci l’un l’altro per sostenerla. Credo che abbiamo dimostrato già quest’anno, pur con le inevitabili smagliature, che nonostante tutto possiamo farcela. Forse non è solo nella scienza e nel nostro coraggio che dobbiamo confidare, ed il Santo Natale, che comunque non mancherà, come non è mai mancato in duemila anni di guerre, carestie, malattie, può ricordarlo a tutti noi.
E’ quasi una battuta che mi concedo, in chiusura, nel dirvi che l’anno prossimo andrà meglio, peggio sarà davvero difficile che possa andare. Questo dico, perché molto dipende da noi, e vi assicuro che, per quanto compete alle mie possibilità, quelle che sono, cercherò di guidare il nostro Gruppo Imprese sempre in quella direzione che lo ha contraddistinto: lavorare con e per voi imprenditori.
Grazie di tutto, e ancora sinceri auguri di Buon Santo Natale e migliore Anno Nuovo.
Il Presidente Giuseppe Iotti