Lettera agli associati del Presidente GIA Giuseppe Iotti

23 marzo 2020

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Anzitutto ringrazio i soci che ci hanno mandato tante belle ed utili considerazioni, ed anche gli altri, che sicuramente avrebbero altrettanto da dire, ma magari non è nel loro carattere di imprenditori operativi farlo.

Mi sono riservato alcuni giorni prima di intervenire di persona, perché, col sovrapporsi dei provvedimenti del governo, è difficile essere sul pezzo: il pezzo cambia posizione tutti i giorni.

Una considerazione condivisa da tutti è che al primo posto viene la salute, nostra e dei nostri collaboratori. Se non ci saremo, dopo, o saremo compromessi, allora ogni discorso sarà chiuso. Tra l’altro cominciamo effettivamente ad avere delle perdite, anche se per ora si tratta di persone anziane, le più deboli fisicamente (ma la perdita dell’amico Maselli, uomo forte per la sua età, dimostra che la situazione al momento è imprevedibile, siamo, per chi ci crede, nelle mani di Dio).

Detto questo, è assolutamente condivisibile anche la preoccupazione per il proseguimento delle nostre attività, non dico nel migliore dei modi, ma nel meno peggiore dei modi, giorno per giorno.

Da questo punto di vista, purtroppo, comincio con una, chiamiamola così per eufemismo, perplessità su un aspetto dell’atteggiamento della politica. Giustamente alcune attività essenziali, e quelle ad esse correlate, devono continuare. La mia azienda per esempio deve riparare gli ascensori eventualmente guasti dei tre ospedali provinciali, di case di riposo, di altre strutture, anche aziende, la cui vita deve continuare.

Altre attività invece potrebbero o dovrebbero forse fermarsi per la preminente sicurezza di tutti, e del resto molte lo hanno già fatto.

L’ANCE e l’ASSISTAL, in particolare, hanno chiesto di poter sospendere a tutti gli effetti i cantieri, perché è spesso impossibile garantire la salute dei lavoratori ivi impegnati. Il Ministero ha detto no. Per i burocrati, è sufficiente che le imprese predispongano procedure adatte e forniscano i dipendenti degli adeguati dpi. Ma non solo la mia azienda fatica a trovarli in concreto, fatica anche il reparto dove lavora mia moglie medico in Ospedale. L’atteggiamento del governo perciò è inqualificabile, e temo che l’obiettivo sia quello di non pagare i fornitori, se non addirittura di chiedere loro i danni. Tanto per ora i Tribunali sono sostanzialmente chiusi, se qualcuno volesse far presente il principio della causa di forza maggiore, che a mio avviso comunque, se c’è una giustizia, prevarrà.

Questo credo dovrebbe valere anche nei rapporti tra impresa ed impresa. Se qualcuno pensa di usare questa occasione per fregare gli altri, fa schifo.

Un altro capitolo, e mi fermo con questo, perché tante altre sarebbero le cose da dire, è il tema degli aiuti alle imprese, intese anche come partite IVA, e non solo, cui oggi si pensa di supplire con provvedimenti di taglio finanziario. Si rimanda la corresponsione di una tassa, di foraggiano le banche, nella speranza che rigirino i soldi al mercato. Intanto, su questo punto, essenziale, temo che un’azienda giudicata dalle banche senza merito prima, a maggior ragione la sarà dopo, per cui in queste condizioni andrà a fallire. A poco servirà allora che il governo abbia ben pensato di proibire i licenziamenti. Assomiglia all’abolizione della povertà istituita da qualcuno dei peggiori politici della storia della politica in Italia, che ci troviamo a provare a governare il Paese proprio in questa situazione di emergenza.

Ma mi preme sottolineare il principio generale: rimanda i pagamenti fin che vuoi, presta i soldi fin che vuoi, prima o poi dovrai pagare e restituire. Vale per lo Stato italiano, per le aziende, per i singoli. Altrimenti diventa una catena inarrestabile di disgrazie.

Il tema è dunque economico, non solo finanziario. Bisogna mettere in circolo soldi veri. Siccome il nostro Paese non li può stampare (ammesso e non concesso che funzioni, si tornerebbe all’iperinflazione che i meno giovani di noi ricordano bene), o ce li dà l’Europa (non ce li presta, ce li dà), o li dovranno tirare fuori di tasca gli italiani, con una bella patrimoniale. Che sarebbe molto più giusto che non farli tirare fuori solo al sistema produttivo. Anche perché così lo ammazzi, dopo di che vedremo cosa faranno gli impiegati pubblici, i pensionati, quelli col reddito di cittadinanza, il Sud.

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