Intervento di Giuseppe Iotti, Presidente del Gruppo Imprese

31 agosto 2020

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“L’estate sta finendo”

“L’estate sta finendo e l’autunno si profila pieno di preoccupazione, per gli imprenditori e le aziende non meno che per i cittadini comuni.

In questa fase immediata (ma che rischia di anni) per le fasce di aziende e lavoratori che restano fuori dal mercato la soluzione praticata per ora dal Governo è prevalentemente di tipo assistenziale: Ma per ora la è giustamente, la stanno praticando anche paesi ideologicamente liberisti. Si può e si deve discutere sul merito dei tanti provvedimenti (che qualcuno definisce “a pioggia”), e non si può ignorare che qualche provvedimento strutturale, positivo, c’è stato, ma la linea è quella.

L’assistenza però la si fa a debito, i debiti pubblici (e anche quelli privati in molti paesi) infatti sono già alle stelle e cresceranno ancora. Ciò sta determinando un fenomeno inflattivo per me nuovo, perchè non si alza il classico numerino dell’inflazione, ma si svaluta il conto capitale del risparmiatore. Se tu presti ad un buon prenditore (cioè ormai tutti i paesi avanzati salvo l’Italia) 100 lire, te ne ridanno dopo un po’ se ti va bene 99. Il tuo potere d’acquisto è calato tanto quanto ci fosse stata un’inflazione aggiuntiva dell’1%. Questo fenomeno, con l'”inflazione” del debito, è destinato ad aumentare, ed alla fine della giostra in tal modo gli esclusi resteranno poveri se va bene, se va male diventeranno ancora più poveri.

Ma poi bisognerà reinnescare un meccanismo di sviluppo vero, alcuni paesi lo stanno già facendo, e di qui posti di lavoro veri, produttivi, che sono l’unico antidoto alla povertà, oltre a dare dignità umana a chi li svolge, perchè chi non lavoro, essendo in condizioni di età e di salute per farlo è solo un povero disgraziato, anche se fosse ricco. Posti di lavoro che non sono quelli in Alitalia, in Ilva eccetera, dove si sono prodotte perdite, che è impoverimento per tutti.

Lo Stato, al di là delle diatribe ideologiche, oggi non ha i mezzi nè la cultura per creare direttamente lavoro vero, almeno non in Italia, e non adesso (non siamo nei mitici anni 50/60). Quindi sta a noi creare le condizioni perché chi ne ha la voglia e la capacità, specie se giovane, offra come servizio alla comunità quello di dare lavoro vero agli altri. E qui la formazione, la scuola, la ricerca pubblica e privata, la tecnologia, l’innovazione faranno la differenza.

Perciò, nonostante tutto (e ci sarebbe molto da dire su nonostante cosa), andiamo avanti con speranza e fiducia.”

Giuseppe Iotti

Presidente Gruppo Imprese

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