Gestione liquidità: commento del Presidente Iotti ad un articolo del Sole24Ore

29 ottobre 2019

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Oggi vi propongo questo interessante articolo pubblicato sul Sole24Ore, che ci interessa come cittadini e risparmiatori prima che come imprenditori, ma anche come imprenditori.

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Si osserva giustamente come i risparmiatori italiani tengano ferma tanta liquidità, non solo priva di rendimento, ma che si erode con l’inflazione, che non è zero. Questi soldi vengono a mancare alla fine agli investimenti, allo sviluppo, ai posti di lavoro.

Mi permetto due considerazioni al  riguardo

  1. Tanti italiani fanno così perché sono sciocchi? Non credo. Chi ha relativamente poco denaro non può facilmente diversificare il rischio. Molti di quelli che tengono i soldi sotto il materasso sono queste persone. Poi, vero è che gli italiani non sono in media finanziariamente educati, però il contesto non li aiuta. Scandalo dopo scandalo, ruberia dopo ruberia, si prolunga una giustificata diffidenza. Pensiamo solo al recente caso Bio-on nel segmento Aim della Borsa. Dove erano i controlli delle autorità deputate? Cosa facevano i revisori? Se non interveniva un fondo di investimento straniero andavamo avanti così? E quante altre società di Borsa, nell’Aim e non solo, se verificate ai raggi X mostrerebbero problemi? Siccome spesso si tratta in questi casi di società relativamente piccole, ai piccoli imprenditori onesti, che potrebbero essere soggetti di finanziamenti maggiori e non solo tramite il sistema bancario, non restano molte possibilità di convincere i risparmiatori di non far parte di quel sistema.
  2. Gli italiani non hanno molta fiducia negli investimenti a causa di un sistema finanziario non sempre sano, dunque. Ma è solo questo? No, anzi.

Abbiamo avuto di recente un cambio di governo. Quello precedente non aveva fatto il massimo per le imprese, e per gli investimenti nelle e delle imprese, anzi. Una delle forze di governo del resto aveva espresso dichiaratamente in campagna elettorale e nelle prime fasi di governo una cultura anti-industriale. Non poteva andare molto diversamente, e le lacrime di alcuni che piangono sono perciò di coccodrillo.

Bene, oggi c’è un altro governo, stesso Presidente del Consiglio, espressione di una delle due forze, che è rimasta. Alcuni parlano diversamente da prima, ma le chiacchiere non convincono più nessuno. Di fatto le tasse invece di calare crescono. Intanto, per esempio, si stanno buttando altri soldi nel pozzo senza fondo dell’Alitalia, azienda privata come la mia, ma a me i soldi dei contribuenti non li regala nessuno, anzi per Alitalia sto pagando anch’io. Si stanno per stancare quegli imprenditori indiani che hanno creduto nelle acciaierie di Taranto. Il ministro competente di recente sembra avere dichiarato che un’azienda, prima di abbandonare un sito produttivo, deve trovare qualcun altro che ci vada. Cioè anche se gli affari ti vanno male, devi stare lì a lavorare in perdita. Altrimenti ammanetti anche me? Magari vado male perché il primo a non pagarti è lo Stato. Oppure lo Stato mi ha dato sì dei soldi con la destra, e mi fa denunciare dalla Magistratura con la sinistra, perché sono comunque costretto ad usare impianti giudicati insicuri. Ci saranno alcuni milioni di sanculotti, sempre meno peraltro, che godono di queste sciocchezze. Ma come si pensa che in un clima del genere gli altri cittadini, i risparmiatori, abbiano fiducia, tale da impiegare altro denaro nel sistema? O davvero lo faranno, anche loro, per paura delle manette?

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