Crisi industriali in atto: informativa urgente del Ministro Patuanelli in Aula della Camera

29 novembre 2019

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Nella seduta del 20 novembre scorso, in Aula della Camera si è svolta l’informativa urgente del Governo rappresentato dal Ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in merito alle crisi industriali in atto.

Nel corso dell’informativa il Ministro ha evidenziato, in premessa, che le situazioni gestite presso il Ministero rappresentano solo una piccola parte delle aziende che vivono grandi difficoltà aperte dalla prima crisi economica del 2008. Solo negli anni della crisi, 2008 e 2009, il numero di imprese cessate ha sfiorato le 630 mila unità, anche se negli ultimi anni il tasso di mortalità delle imprese continua il trend di progressiva riduzione avviato a partire dal 2014.

Uno dei settori che ha conosciuto una maggiore morte di piccole aziende e imprese sia quello dell’ediliziaConvochiamo entro fine anno il tavolo di crisi del settore edilizio al MiSE per cercare di capire assieme alle imprese del settore delle costruzioni quali sono e quali possono essere gli strumenti da mettere in campo come Governo per tutelare i piccoli imprenditori di un settore così importante come quello dell’edilizia, che rappresenta una delle colonne portanti del nostro sistema produttivo”.

Entrando nel merito delle crisi industriali ha rilevato, in particolare, che:

  • sussistono tipologie di crisi molto diversificate tra loro che richiedono soluzioni da individuare individualmente. A fronte di una crisi, il primo discrimine da considerare è se riguarda un intero settore, che è divenuto obsoleto e necessita di interventi di riconversione produttiva, oppure una singola azienda, indipendentemente dall’andamento del mercato nel settore di riferimento; in questo caso, spesso la difficoltà proviene dal mancato tempismo degli investimenti rispetto alla domanda oppure per una mancata organizzazione interna;
  • entrambe le situazioni conducono ad una crisi di natura finanziaria o patrimoniale dell’impresa che necessita di un intervento di sostegno, diretto o indiretto, da parte di un soggetto terzo. È in questa fase che il ruolo del Ministero dello Sviluppo economico assume piena centralità, perché si occupa dell’analisi degli aspetti economico-produttivi, intervenendo, tuttavia, anche nella gestione delle conseguenze occupazionali con il supporto del Ministero del Lavoro, delle associazioni sindacali di categoria, delle istituzioni locali;
  • durante i tavoli si perseguono in linea di massima i seguenti obiettivi, che, a seconda delle situazioni, possono più o meno combinarsi: supportare processi di riorganizzazioneo ristrutturazione aziendale; proporre soluzioni che favoriscano il superamento di criticità economiche, finanziarie, organizzative o occupazionali; favorire processi di reindustrializzazioneattenuare, in stretto raccordo con il Ministero del Lavoro, le conseguenze per i lavoratori attraverso l’introduzione di soluzioni come gli ammortizzatori sociali; gestire il confronto informativo e negoziale tra le parti in casi di amministrazione straordinaria;
  • la gestione concreta delle vertenze in crisi è svolta presso il MiSE da un’apposita strutturaper la crisi d’impresa;
  • contrariamente a quanto accade, ad esempio, presso il Ministero del Lavoro, che agisce all’interno del perimetro della procedura di licenziamento collettivo definita per legge, presso il Ministero dello Sviluppo economico l’intervento tra le parti ha un carattere conciliativo, non sottoposto a procedure di legge, in genere attivato su richiesta delle organizzazioni sindacali, delle aziende o delle istituzioni territoriali;
  • il tempismo dell’intervento assume in questo ambito rilevanza fondamentaleper valutare le caratteristiche dell’impresa in crisi, i fattori determinanti e le soluzioni più idonee al caso specifico.

La dimensione dell’azienda è un altro parametro significativo per l’individuazione dello strumento adatto. Ad esempio, per una crisi d’impresa di minori dimensioni, che coinvolge un numero ridotto di dipendenti, possiamo attivare strumenti quali il workers buyout, agevolato dal Ministero attraverso i finanziamenti agevolati della Nuova Marcora, finalizzata, come ben sapete, a sostenere la nascita di società cooperative costituite, in maniera prevalente, da lavoratori provenienti da aziende in crisi;

  • il numero di vertenze è pari a 149 ad oggi, in linea, purtroppo, con quello degli ultimi cinque anni. di questi 149 tavoli di crisi, 102, pari al 68,5 per cento, sono attivi da più di tre anni e 28 sono attivi da più di sette anni. I tavoli permanenti rimangono molte volte aperti anche dopo la risoluzione della crisi che ha colpito l’azienda, anche per permettere alle parti sociali, alle istituzioni locali e alle imprese di contare sul supporto del Ministero nella gestione ordinaria delle relazioni industriali, nonché per verificare il corretto utilizzo di eventuali strumenti agevolativi concessi e per eventuale ulteriore supporto istituzionale.  A questi ovviamente si aggiungono le crisi di natura temporanea;

Con riguardo agli strumenti di sostegno alle imprese in difficoltà in uso presso il Ministero ha evidenziato che:

  • per le grandi imprese in difficoltà la procedura di amministrazione straordinaria costituisce la misura principale di regolazione delle crisi di impresa, alternativa al fallimento, con specifiche finalità di salvaguardia delle attività aziendali e dei livelli occupazionali delle grandi imprese insolventi che motivano l’attribuzione della relativa vigilanza a questo Ministero;
  • con riguardo agli strumenti di incentivazione alle imprese volti al superamento di crisi di specifici comparti produttivi o di rilevanti complessi aziendali, il Ministero può giungere, nell’ambito dello strumento dei contratti di sviluppo, alla sottoscrizione di specifici accordi volti al sostegno di programmi ritenuti di particolare rilevanza strategica, nonché in ottica di risoluzione di particolari situazioni di crisi;
  • altro importante strumentodi agevolazione, in dotazione al Ministero è rappresentato dalla legge n. 181 del 1989, rivolta principalmente a quelle imprese ricadenti in aree di crisi industriale complessa, non complessa, nonché altre aree, ad esempio le aree del terremoto Abruzzo e Centro Italia. Complessivamente, la dotazione finanziaria messa a disposizione per le suddette aree di crisi risulta pari a 735 milioni di euro;

Il Ministro ha poi ricordato, oltre alle modifiche che hanno riguardato la struttura di crisi e la necessità di adottare specifiche procedure per i tavoli di crisi, le importanti novità previste nei recenti interventi normativi in tema di crisi di imprese:

  • nel DL 34/2019 “Crescita” è stato introdotto un apposito fondo di sostegno per la prosecuzione dell’attività di impresa, con interventi a condizioni di mercato nel capitale a rischio dell’impresa.

Al riguardo, ha preannunciato la presentazione di un emendamento in legge di bilancio al fine di estendere il Fondo alla generalità delle imprese presenti ai tavoli di crisi, fermo restando la tutela dei titolari di marchi storici iscritti nell’apposito registro e la necessità di individuare limiti dimensionali di accesso al fondo in coerenza con le risorse al momento in dotazione (30 milioni di euro per il 2020).

Prevista, inoltre, la revisione, con decreti del MiSE, della disciplina attuativa degli interventi per le aree di crisi industriale, improntata alla semplificazione e accelerazione delle procedure di accesso, concessione ed erogazione delle agevolazioni, nonché all’incremento dell’efficacia degli interventi;

  • nel DL Semplificazioniè stata prevista l’istituzione di una sezione speciale del Fondo di garanzia, con una dotazione finanziaria iniziale di 50 milioni di euro, dedicata alle PMIincluse quelle operanti nel settore edile, che si trovano in difficoltà nella restituzione delle rate di finanziamenti contratti con banche e intermediari finanziari e sono titolari di crediti nei confronti della pubblica amministrazione: attraverso questa sezione del Fondo, è lo Stato a farsi carico della garanzia per i ritardi della PA. L’efficacia della predetta misura è condizionata alla preventiva notifica alla Commissione europea, ai sensi dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in conformità alla normativa sugli aiuti di Stato.

Sul tema dell’accesso al credito, ha sottolineato l’importanza dell’istituzione della Banca pubblica degli investimenti, che dovrà garantire alle nostre imprese in difficoltà un accesso al credito privilegiato.

Il Ministro ha, poi, anticipato che, al fine di poter incidere in maniera più efficace sulla gestione e sulla risoluzione delle crisi aziendali, proporrà nei prossimi giorni una serie di ulteriori strumenti, che si vanno ad aggiungere a quelli varati in questi mesi ed alla strumentazione a legislazione vigente, quali ad esempio:

  • il rafforzamento della collaborazione tra le strutture ministeriali e Invitalia, in considerazione del riconosciuto ruolo di gestore delle agevolazioni a favore di imprese e di supporto tecnico e operativo per l’attuazione degli accordi di programma dei progetti finanziati dall’ Unione europea, con l’obiettivo di una più efficace e tempestiva gestione delle risorse (c’è troppa lentezza da quando c’è un accordo di programma con l’investimento che viene passato ad Invitalia a quando quell’investimento diventa effettivo all’interno di una crisi);
  • il potenziamento della collaborazione con Unioncameree di tutta la rete camerale cui verranno affidate, in virtù della radicata conoscenza del territorio, specifiche competenze in tema di supporto tecnico e informativo del Ministero nella gestione delle crisi d’impresa, anche in considerazione delle funzioni attribuite alle camere di commercio nell’ambito dei nuovi sistemi di allerta e gestione assistita delle crisi di imprese (OCRI);
  • la definizione di un accordo quadro tra Ministero e regioni(attraverso il supporto della Conferenza Stato-Regioni) per la definizione di unità di crisi regionale in ciascuna delle regioni italiane e delle province autonome, che operino in coordinamento con la struttura del Ministero dello Sviluppo economico;
  • l’introduzione, infine, di misure in grado di favorire l’attrazione di investimenti esteri mirati ai territori e alle imprese in crisi.

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