“Collegare il nostro territorio al mondo”. Intervento di Iotti su Alta velocità e trasporti a Parma

28 maggio 2021

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Abbiamo ritenuto di pubblicare, sulla nostra rassegna stampa, una serie di interventi di Tatiana Cogo su Parma Daily sul tema dell’alta velocità e più in generale sui trasporti da e per la nostra città.
Crediamo infatti che questo argomento sia strategico e una discussione sia utile.
Le nostre merci possono viaggiare, infatti, non solo via camion, ma anche utilizzando la rete ferroviaria o il trasporto aereo (e naturalmente via mare, una volta raggiunti i porti, senza dimenticare le possibilità del sistema fluviale).
Ma, da qui in poi, sperabilmente viaggeranno anche le persone, noi stessi, e i nostri clienti e fornitori. Poter raggiungere di persona o no la nostra terra può fare in molti settori la differenza, così come è importante per noi il faccia faccia coi clienti.
Il dibattito sulla sostenibilità ambientale deve essere equilibrato da una serie di considerazioni economiche, perchè non si può distruggere l’esistente prima di costruire il nuovo, le due cose devono andare di pari passo. Ciò comporta un’impostazione non demagogica, basata sugli elementi tecnici disponibili oggi, per quanto orientata ad una visione del futuro.
Riteniamo, quindi, vi siano infrastrutture indispensabili, che però, come si evince da questi interventi, non sono supportati, o non abbastanza, dai livelli politici che dovrebbero mostrarsi in grado di supportarli davvero, non solo nei loro enunciati.
Tra esse, per quanto ci riguarda, sono indispensabili le connessioni ferroviarie e stradali col porto di Spezia, e assai desiderabili quelle che conducano lo stesso asse verso la direttrice del Brennero. Ad esse è connesso lo sviluppo dell’Interporto, e delle nostre  strutture logistiche in genere.
E’ anche indispensabile l’aeroporto e qui vanno corrette le affermazioni espresse in uno degli articoli riportati, e cioè che da Parma si voli sono verso Chisinau in Moldova: ora si vola verso diverse altre destinazioni, ed altre verranno. Questo già oggi, al di là dei collegamenti cargo, che arriveranno quando la pista sarà allungata, lavori che sono finanziati e inizieranno a breve.
I voli cargo sono indispensabili non solo al sistema produttivo parmense, ma più in generale al Nord Italia, che è molto sottoservito al riguardo, quasi solo dalla Malpensa. L’aumentato e:commerce sta richiedendo sempre di più questo servizio, e c’è da domandarsi se gli ambientalisti non comprino mai qualcosa da Amazon, e se sì, come pensano che questa roba arrivi a casa loro, spesso da molto lontano. In generale il traffico merci a livello mondiale ha un forte ritmo di crescita, e non credo che l’Italia si potrà isolare ad essere in breve la seconda economia tutta verde del mondo dopo il Bhutan, con trasporti via mulo cui in realtà non si limitano neppure loro. E non si tiri a mano la Norvegia, che fa quel che fa di positivo perchè guadagna un sacco rifilando a noi il suo petrolio.
E’ vero che l’ex-aeroporto militare di Brescia può fare questo stesso lavoro, e di fatto le Poste lo utilizzano, ma su questo diciamo tre cose. Una, è che la politica NIMBY, cioè che a Parma si pensi meglio che il presunto inquinamento se lo prenda Brescia, fa un po’ schifo, essendo una tipica espressione dell’individualismo di massa della nostra società. Due, l’aumento del traffico cargo lascia spazio sia a Parma che a Brescia, così come c’è posto per il nostro scalo passeggeri tra Bologna, Verona, e il polo di Milano. Mentre sarebbe ridicolo se la Regione per motivi elettorali ridesse fiato a Forlì, stretta tra Rimini e Bologna, mettendo così in crisi non solo Rimini, ma anche Ancona, che di suo boccheggia da anni, perchè il suo retroterra, diversamente dal nostro, non sta bene. Tre, l’aeroporto di Parma sta sulla tangenziale, che lo collega in pochi km a due caselli autostradali, mentre quello di Brescia sta in mezzo alla campagna su una provinciale, perchè gli aeroporti militari lì si facevano. Il vantaggio di Brescia su di noi è che lì ci sono ampi magazzini costruiti per esigenze militari, mentre noi abbiamo bisogno di migliorare la nostra logistica ch’è quasi satura.
Per quanto riguarda l’alta velocità, francamente, il mio personale parere, che non implica quello dell’associazione, è che di gran lunga la priorità sia, com’è sempre stata, quella di far passare un certo numero di treni attraverso la stazione di Parma. Essa è comoda per i cittadini, tra cui noi imprenditori, i turisti, i nostri clienti, mentre la Mediopadana, come ammettono i reggiani stessi, anche se sta dall’altra parte della località detta Buco del Signore, è rispetto alla loro città comunque in un mezzo buco. Non si è mai capito cosa si voglia intendere con navette ferroviarie, o chissà, che dovrebbero collegarvi Parma, dato che ci si arriva male già da Reggio città. L’unico vero strumento sono le auto, o se si vuole autobus, che, in autostrada, da qui portino allo scalo ferroviario, e emettendo quelle tonnellate di CO2 che azzerano il vantaggio del treno. CO2 tra l’altro che non verrebbe emesso andando da Parma città al suo aeroporto, ad equilibrare quelle emesse da voli che comunque resteranno sporadici rispetto a quelli che si prendono i vicinanti a Bologna, Linate o Bergamo (sempre per via del NIMBY, e dubito che gli ambientalisti non viaggino mai in aereo). Tra l’altro, su questa base, qualcuno sta pensando a ripristinare i voli per la capitale, dato che l’attuale AV a Parma è insufficiente, per quegli sfortunati che invece di andare alla mattina a coltivare l’orto devono recarsi a Roma. Sarebbe una buona idea, nelle condizioni date, se non fosse che Fiumicino ed anche Ciampino, per quanto decentemente collegati, sono lontani dal centro, e alla fine vi arrivi prima con l’AV, ove si riuscisse a prenderla in città, senza dover andare andare comunque in zona aeroporto, o peggio a Reggio o Bologna, il che, in definitiva, ci rende una città raggiungibile più o meno quanto Latina, con tutto il rispetto per Latina.
Infine, l’alta velocità alla stazione cittadina darebbe ossigeno ad un’area della città che da anni è in declino, e non rafforza le nostre velleità di città turistica. Quindi, intanto, la nostra classe dirigente voglia portare qui quei treni che ci spettano, e solo dopo si mettano a fare campagna elettorale su progetti per i quali devono ancora dimostrare di essere in grado di portare i soldi.

Giuseppe Iotti

 

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