Il 2021 e la produttività del sistema paese. Riflessioni del Presidente Gia Giuseppe Iotti in apertura d’anno.

07 gennaio 2021

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Quest’anno come non mai è bene rinnovare un augurio a tutti voi di buon anno nuovo, anche se in questi giorni non vi sono ancora molti motivi di speranza.
La pandemia continua, non solo in Italia, provocando troppi morti, e con l’organizzazione della vaccinazione siamo in ritardo, il contesto in cui operiamo è sempre dilaniato da conflitti, qui in Italia dove si minaccia una crisi di governo, per non parlare di quello che sta avvenendo mentre scrivo negli Stati Uniti, che sono (o erano?) la più grande democrazia del mondo, e perciò un riferimento per tutti noi, a dispetto dell’avanzata di una Cina autoritaria.
Restiamo in Italia.
Credo consideriamo tutti un grande passo in avanti per l’Europa la decisione di predisporre il piano di investimenti Next Generation, un titolo bello, qui trasposto non è chiaro perchè in quello più difensivo di Recovery Fund.
In realtà un perchè lo si può intuire nel fatto che, negli attuali piani del governo, una parte consistente dei nuovi fondi andrebbe a finanziare progetti già previsti o in corso, che significa utilizzarli per sostituire a parte del debito nazionale un debito europeo. Non è il massimo, ma dal punto di vista delle imprese è importante è lo Stato paghi i suoi debiti con noi, e che abbia i mezzi per pagarci le future opere che faremo per lui.
Ragionando in modo più ampio come cittadini, oltre che come imprenditori, è chiaro che la soluzione preferibile per l’uso dei fondi europei è di destinarli agli investimenti, direttamente in infrastrutture ad opera dello Stato, e indirettamente favorendo i nostri specie nel prolungamento della logica di Impresa 4.0.
Un tema importante per molti di noi è poi l’incentivo alle manutenzioni del patrimonio edilizio esistente, in particolare nella forma degli sconti 110%, e anche 50%, con la possibilità di cessione del credito fiscale.
Se le discussioni in sede di maggioranza, e parlamentare, sono utili a definire meglio nei dettagli che i fondi vanno appunto in investimenti, e quali, ben vengano. Un piano generico non serve, ed è anche pericoloso perchè poi le forze politiche potrebbero sprecare il denaro in mance a settori sociali improduttivi. C’è poi il problema degli sprechi costituiti da nazionalizzazioni quali quella dell’Alitalia e dell’Ilva, omaggio al parassitismo, in questo caso prevalentemente del centro-sud, dove risiede la maggioranza dei lavoratori di queste aziende ormai fallimentari. In realtà sono molte altre le aziende su cui gravano punti interrogativi.
Sostenere le imprese significa, purtroppo per le altre, sostenere quelle sane, perchè saranno quelle che creano ricchezza per tutti nel medio termine, o anche nel breve.
Il tema della produttività del sistema paese viene infatti al primo posto.
Va detto, è testimoniato da interventi dei migliori economisti, che nel quadro della staticità della produttività italiana, c’è un segno meno da parte della pubblica amministrazione, largamente compensato da un segno più delle imprese, specie quelle manifatturiere (ci sono ancora problemi coi servizi), e ancor maggiore è la componente dovuta alle PMI. Questo va contro la vulgata che vuole le nostre aziende, familiari o comunque non quotate, come una palla al piede del sistema, magari perchè danno poco spazio alla corporazione dei manager.
In particolare qui a Parma, lo ribadisco dopo averlo detto nella scorsa assemblea, le nostre migliori imprese fanno spesso parte di filiere, che hanno come terminali aziende di maggiori dimensioni spesso impegnate nell’esportazione. Se non facessimo la nostra parte, queste imprese reinternalizzerebbero le produzioni che facciamo noi, e/o le sposterebbero all’estero.
In realtà pian piano sta avvenendo il contrario su entrambi i fronti.
Il che significa che siamo bravi, che serviamo al paese, anche più di altri e che, nonostante le gravi difficoltà attuali, dobbiamo essere fieri di noi e continuare a migliorarci.
Il Presidente Giuseppe Iotti

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