Manovra economica – Commento del Presidente Iotti ad un articolo del Sole 24 Ore

29 dicembre 2019

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Vi sottopongo, come ormai di tradizione, questo articolo del Sole24ore illuminante sulla situazione generale in cui devono operare le nostre aziende.

Questa non vuole essere una critica di per sé al governo, e tanto meno un’adesione alle sue linee programmatiche, che del resto sarebbe possibile solo ove ve ne fossero di coerenti e condivise.
Va riconosciuto di positivo, come fa il giornalista, quanto fatto nell’evitare l’aumento delle aliquote IVA, e di riduzione, sia pure limitata, del cuneo fiscale.
Per il resto, direi che l’articolo dà il quadro della grande confusione che regna.
Mi sbilancio in una considerazione politica in senso lato: a me sembra paradossale che una misura fiscale verso le piccolissime imprese, in mezzo ad una impostazione generale anti-imprenditoriale, faccia dire ad un leader di partito (o meglio movimento) e di governo che queste rappresenterebbero “la classe operaia dei nostri tempi”. Ringraziamo e respingiamo al mittente. Venendo alle posizioni del nuovo alleato di governo di questo movimento che dà l’impressione di essere impegnato contro lo sviluppo del paese, in precedenza si avvertivano contraddizioni interne, oggi la situazione si è chiarita con la scissione della componente “centrista”, che vorrebbe far barriera contro provvedimenti da sinistra becera della restante parte del governo, a quanto pare riuscendoci poco.
L’opposizione non brilla sul merito dei problemi, non è difficile essere contro un’impostazione carente in generale, che però è sorella di quella del precedente governo, dove una parte dell’attuale opposizione era protagonista, il che crea imbarazzo. Il punto è che qualcuno preferisce rifugiarsi in semplicisti slogan, che al mondo produttivo non servono. Per esempio, l’ideologia contro i flussi migratori quali che siano, per quanto fonte di consenso tra il “popolo”, è antistorica. L’impressione è che si vogliano nuove elezioni, creando però tangibile sfiducia nel paese, giustamente le si vogliano vincere, purtroppo sulla base di slogan, e così ci si voglia tenere le mani libere sulle future politiche concrete, che invece vorremmo giudicare a priori, come dovrebbe succedere nelle democrazie avanzate.

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