Alcune considerazioni del Presidente GIA Giuseppe Iotti in riguardo all’impatto del cambiamento climatico su finanza e mercati

14 gennaio 2020

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Un interessante articolo su come il cambiamento climatico impatterà sulla finanza a detta del maggiore gestore del mondo. Questa intervista al visionario Larry Fink, che con BlackRock dirige il maggiore gestore di fondi del mondo, porta ad alcune riflessioni importanti.

https://www.ilsole24ore.com/art/larry-fink-blackrock-climate-change-cambiera-sempre-finanza-e-piu-fretta-clima-ACTgglBB

Quali che ne siano le cause, e considerando le difficoltà dei rimedi, il cambiamento climatico è una sfida per tutti, probabilmente la maggiore sfida a livello mondiale del prossimo futuro. Non lo è solo per la finanza, che investe nell’industria e nei servizi, ma anche per l’industria stessa, e non ultimo per le nostre PMI, sia che siano sul mercato in proprio, sia che facciano parte di filiere, pensiamo ai drastici cambiamenti in corso nel settore automobilistico.

In realtà, le nostre aziende sono già in prima fila, facendo parte di processi di innovazione ed adattamento a queste condizioni che si stanno modificando. E’ nella nostra natura di imprenditori esserci, e farlo con competenza ed efficacia.

Anche il sociale si sta muovendo nella consapevolezza di dover cercare di gestire il cambiamento al meglio per tutti.

Chi si muove poco è la politica. Non tanto nelle regolamentazioni che, andando a carico delle imprese, costano poco a chi è in cerca di gratuito consenso elettorale. Mi riferisco all’azione diretta del settore pubblico. Un’attenuante, per così dire, è l’oggettiva scarsezza di risorse. Queste energie non le si riesce a dirottare nel breve dalle loro destinazioni tradizionali, che alla fine consistono in quella redistribuzione di reddito che è il pubblico impiego e il sistema pensionistico (indirettamente anche sanità ed istruzione, quest’ultima peraltro molto trascurata, perché riguarda i pochi giovani e non i molti anziani). Mancano risorse anche per azioni necessarie nell’immediato, come la manutenzione delle infrastrutture, laddove si muove una magistratura che individua problemi ma non può (e non vuole) farsi carico delle soluzioni.

E allora?

Sarebbe utile almeno una presa di coscienza non solo verbale sulla centralità del tema ambientale in senso lato (lasciamo perdere la difesa della marmotta, non è questo il tema, di per sé). Invece in questo paese si parla quasi solo di sicurezza e di immigrazione, problemi seri, ma che, visti dal mondo dell’impresa, non sono poi così seri se servono solo ad aggregare consenso elettorale. Si parla anche di aumentare l’occupazione nel settore pubblico, e di continuare ad assicurare un reddito di cittadinanza che, guardando le nude cifre, si rivela prevalentemente una nutrita elemosina alternativa ad un vero lavoro, come noi abbiamo sempre sostenuto. Occorrerebbe una visione più ampia, non solo da parte della finanza.

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