Comunicazione del Presidente. “Incentivi? Per pochi che sgarrano, in difficoltà tanti che operano onestamente”

01 dicembre 2021

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 Torno ad intervenire dopo una certa pausa, su un argomento che è di interesse per diversi operatori che aderiscono alla nostra associazione, ma credo anche di tanti altri.

Lo faccio richiamandomi ad un articolo qui riportato, che è di facile e breve lettura.

Da una parte è innegabile che ogni azione di incentivo da parte del governo si presta ad abusi. Il nostro è un paese (ma crediamo che non sia il solo, anche tra quelli sviluppati) nel quale c’è sempre qualcuno che sgarra, e così mette in crisi i tanti che operano onestamente.

In questi giorni gli incentivi al 50%, per esempio, sono stati bloccati, perchè lo Stato si è accorto che in tanti gonfiavano i prezzi. A questo punto, essendo come sempre incapace di controllare in prima persona, sta pensando ad introdurre anche qui la figura dell’asseveratore, il che è per lo più surreale, dal momento che spesso questi interventi sono di piccolo importo, e la spesa (chiunque la sostenga) per pagare questa prestazione è sproporzionata a quella dell’intervento stesso. A parte questo, in molti casi, c’è da domandarsi se esistano le professionalità tali da poter asseverare con coscienza i lavori, oppure se anche questo sarà un orpello, e fra un po’ saranno chiamati altri ad asseverare gli asseveratori.

Per quanto riguarda il Superbonus 110%, in molti sappiamo l’onere burocratico enorme per avviare le operazioni, ed i rischi seri che comunque corrono committenti e fornitori, se poi, tra anni, l’Agenzia
delle Entrate riterrà di trovare delle non conformità, magari formali.

Per il momento, comunque, a quanto pare qualcuno è riuscito a sgarrare anche qui, nonostante appunto tutti questi burocratici controlli a monte, ed attendiamo quindi gli appesantimenti sugli operatori onesti, mentre ci sarà ancora chi, fatta la legge, troverà l’inganno, e così via.

Altra lamentela giustificata degli imprenditori è che, almeno in una prima versione, questo strumento è stato forse concepito sotto sotto di una certa utilità per “scovare” situazioni irregolari e comminare multe,
cosicchè una parte del denaro rientri dalla finestra. Ecco quindi i tecnici a scartabellare carte antiche, per verificare se un muro o quant’altro va bene o no. Tra l’altro, mentre alcuni comuni hanno digitalizzato le carte, in altri casi i tecnici hanno dovuto operare in condizioni da terzo mondo, tanto più che in teoria, in quel mondo cartaceo, in clima di pandemia i pubblici dipendenti avrebbero dovuto lavorare da casa (a fare che?).

Qui però Enea mette a fuoco un’altra questione, che interessa i contribuenti (che alimentano in ultima analisi le casse dello Stato), ed i cittadini in generale, e cioè che i prezzi dei componenti (e non si citano le prestazioni di manodopera) sarebbero in media più che raddoppiati.

Questa scoperta sembra paradossale, se si pensa che si dovrebbe lavorare con dei prezziari di riferimento, in particolare quello DEI. Dunque il prezziario consentirebbe prezzi “fuori mercato”, e/o una parte importante dei lavori non è contenibile nei prezziari, ma qui qualcuno se ne approfitta, anche se l’asseveratore, evidentemente pensato come tuttologo, dovrebbe vigilare.  E’ possibile che il prezziario sia in parte già in partenza gonfiato, ma credo si possano fare in merito alcune considerazioni, e in parte le faccio partendo dalla mia personale esperienza di ascensorista, coinvolto sia pure di striscio in questa avventura.

Il prezziario effettivamente in alcune voci sembra davvero gonfiato, ma questo è l’effetto del fatto che da almeno una dozzina di anni, in certi settori (come il mio) da una ventina, i prezzi sono fermi, se va bene, e questo a sua volta è l’effetto di una crisi economica epocale nel settore allargato delle costruzioni, che ha esasperato la concorrenza in modo sproporzionato. Quanto vi sono delle gare pubbliche, gli sconti sul prezziario arrivano a percentuali incredibili. I grandi committenti privati del prezziario non sanno che farsene, tolgono ai piccoli fornitori ogni margine, e prima o poi, se va bene, pagano, nonostante che il costo del denaro aprirebbe le loro porte alle banche vere, che non siamo noi PMI. Va senza dire che la qualità delle forniture ne viene compromessa, e infatti si torna su tanti edifici dopo pochi anni, perchè le coperture perdono, gli scarichi pretendono che l’acqua vada in salita, e così via. Non ultimo, il personale viene mal pagato, e perciò è in gran parte straniero, talvolta si tratta di disperati, mentre gli italiani preferiscono il reddito di cittadinanza piuttosto che faticare in queste condizioni. Quando è possibile, gira anche del nero, così si risparmia su tasse e contributi.

In breve, in alcuni settori come il mio, se i prezzi aumentano, è perchè si allineano a quelli europei, com’erano allineati trent’anni fa, e non ci dovrebbe essere nessuno scandalo. Se questo Paese premiasse chi lavora, i cittadini avrebbero il reddito per sostenere costi superiori, come fanno i francesi o i tedeschi, e così magari i lavori si farebbero bene, e non andrebbero rifatti dopo pochi anni, col che ci si rimette alla fine tutti.

L’articolo stesso ammette poi che componenti ed energia stanno salendo, cosa di cui i prezziari si dimenticano. Non parla però della manodopera, il cui costo, quando si tratta di subfornitori artigiani, sta schizzando verso l’altro, e forse con qualche ragione, come scrivevo sopra. Tra breve c’è da immaginarsi che i sindacati inizieranno a chiedere aumenti salariali generalizzati, col rischio di tornare ai bei tempi degli anni ’70.

Non manca poi, e qui chiudo, il riferimento a qualcuno che, invece di occuparsi di poltrone come ultimamente fa, salta fuori a denunciare le speculazioni, un discorso che rende sempre in termini elettorali.
Perchè, per un certo tipo di opinione pubblica, e per chi la rappresenta, che qualcuno lavorando faccia qualche soldo, è una sorta di crimine, costui è un antisociale. Se poi aumentano gli occupati del settore, non conta, faticare per presunti pochi soldi è ingiusto, meglio stare a casa a prendere il reddito di cittadinanza, oppure, se proprio si deve trovare un posto di lavoro diverso dal proprio divano, che sia una seggiola nel settore pubblico.

https://www.guidafinestra.it/rapporto-enea-sul-superbonus-poco-efficace-costa-troppo/?fbclid=IwAR27r9V7X6H3yTaQdXKTSWMAW-3iUsQh4apk_QU3RFZliz3Q-PJhXxcq1lE

Giuseppe Iotti

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